Nei giorni che precedono la Pasqua ed in un mondo ancora devastato dal Covid-19 credo sia importante guardare con un filo di ottimismo al futuro che ci attende. E’ con queste motivazioni che ho letto il libro di Bill Gates dal titolo “CLIMA, come evitare un disastro” (Edizioni La Nave di Teseo).
Ed ammetto che le mie speranze non sono state disattese.
Ormai sono molti i testi di
questo tipo che nel corso degli anni ho affrontato nella speranza di apprendere
le strategie migliori per difendere il pianeta dagli effetti, talora nefasti,
causati dall’azione dell’uomo. Da questo punto di vista tale pubblicazione non
rappresenta una vera novità rispetto ad altre uscite prima. Tuttavia questo
libro ha un pregio particolare a mio avviso: quello di saper utilizzare un
linguaggio estremamente semplice ed in grado di raggiungere anche un pubblico non
particolarmente avvezzo ad occuparsi di certe discipline.
Ho un figlio di 14 anni che quest’anno
frequenta il primo anno di Liceo. Leggendo il testo di Bill Gates ho subito
pensato che esso potesse essere adatto a persone come Lui che abbiano la
curiosità di voler farsi un’idea di cosa parliamo quando affrontiamo il tema
della crisi climatica ed ambientale, di come ci siamo arrivati, quali siano le
principali cause e cosa possiamo fare in concreto in primis per mitigarne gli
effetti da subito e poi, di qui a qualche decina di anni (i tempi purtroppo
sono, ahimè, lunghi), riuscire ad adottare delle misure tali da superarla
definitivamente.
Gates, da uomo concreto, ci porta
subito in medias res, sin dalla sua introduzione: “Ci sono due numeri
da sapere se si parla di cambiamento climatico. Il primo è cinquantuno
miliardi. Il secondo è zero.” Il primo dato si riferisce alla quantità
media di anidride carbonica che ogni anno producono le attività umane.
“Zero è il numero a cui
dobbiamo arrivare”.
Gates non ha la presunzione di
dare nulla per scontato e dunque nell’analisi delle cause che hanno portato alla
situazione attuale non ha problemi a spiegarne l’origine, nel tornare ad
affrontare anche concetti base e forse per alcuni di noi ormai fin scontati
come l’effetto serra e tutte le conseguenze che l’innalzamento della
temperatura provoca. Ma il fondatore di Microsoft non si limita a questo; egli
ci spiega la necessità fondamentale non solo di ridurre le emissioni ma anche
quella, ad un certo momento, di dover iniziare a preoccuparsi di eliminare dall’atmosfera
almeno una parte delle emissioni di gas serra da noi immesse in eccesso.
Il tema è affrontato nelle sue
molteplici sfaccettature; si va dall’ancora indubbia convenienza economica dei
combustibili fossili (che però nel loro costo di produzione non prevedono l’inserimento
delle tante e cosidette esternalità ovvero dei costi causati dagli effetti negativi
del consumo di combustibili fossili) rispetto a tutte le cosiddette energie
alternative( solare, eolico, idroelettrico ecc.); dal fatto che ancora sul
clima esistono larghe fasce di popolazione che risultano insensibili a questa
problematica ( e da qui la grande necessità di informarle ed il fondamentale
ruolo a riguardo da parte degli organi dell’istruzione e dell’informazione)
fino ad arrivare al fatto che una buona parte degli strumenti necessari al
cambiamento di orizzonte l’uomo già li possiede.
Gates pubblica un’interessante
tabella che illustra le percentuali di gas serra che vengono emesse dalle
principali attività dell’uomo:
Produzione industriale (cemento, acciaio, materie plastiche) |
31% |
Produzione di energia elettrica |
27% |
Agricoltura e allevamento |
19% |
Trasporti (aerei, camion, navi mercantili) |
16% |
Riscaldamento e condizionamento |
7% |
Se vogliamo risolvere il problema del riscaldamento climatico dovremo intervenire in tutti questi settori e non solo agendo su una parte di essi.
In tema di produzione di
elettricità, ad esempio, Gates ci ricorda che ad oggi circa due terzi dell’elettricità
generata nel mondo viene ricavata dai combustibili fossili. Pertanto, e quindi purtroppo,
l’atto di acquistare, un veicolo elettrico, in questo momento non risolve il
problema dell’inquinamento da gas serra prodotto nel campo dei trasporti e
della mobilità privata, almeno fino a quando non saremo in grado di produrre
energia elettrica da centrali che utilizzano fonti alternative.
D’altro canto le energie verdi
quali, eolico e solare hanno purtroppo il grave handicap di non poter essere
costanti e la loro intermittenza impedisce attualmente all’uomo di poterle
utilizzare come costante e concreta alternativa a quelle fossili.
Andando poi decisamente in
controtendenza, Gates nel suo libro si pronuncia favore dell’energia nucleare
che, specie dopo i gravissimi incidenti di Three Mile Island, Černobyl' e Fukushima,
la gran parte di noi dava ormai per morta e sepolta. Egli ne ribadisce le
qualità in termini di economicità ed assenza di emissioni ad effetto serra, pur
non nascondendo i problemi legati alla sicurezza ed alla gestione delle scorie,
ma al contempo ritiene che le nuove tecnologie oggi siano in grado di garantire
la costruzione di nuove centrali nucleari decisamente più sicure rispetto a
quelle del passato.
Di grande interesse è anche il
capitolo dedicato alle emissioni di gas serra (ben il 19% del totale!) causate
dagli allevamenti di animali, in particolare dei bovini e suini, che sposta il
problema sulle abitudini alimentari della gran parte della popolazione, almeno
dei paesi medio/ricchi. Il nostro consumo di carne è oggi indubbiamente
eccessivo. Dovremo, tra le altre, per forza modificare anche le nostre
abitudini in tema di cibo per contribuire alla riduzione dei gas serra.
Ho trovato egualmente
interessante il tema dei fertilizzanti chimici ed il loro utilizzo nell’agricoltura
intensiva che ha moltiplicato le capacità di incremento dei raccolti ma col
tempo causato anche un impoverimento progressivo del terreno ed un notevole
incremento in termini di emissioni di gas serra derivante dai processi di
produzione dei fertilizzanti sintetici.
Bill Gates propone un elenco di
tecnologie che nell’insieme, se adottate con convinzione, potranno davvero
portarci a raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero: Idrogeno prodotto
senza emettere anidride carbonica, biocarburanti, cemento e acciaio prodotti a
zero emissioni, latticini e carne a base vegetale, fertilizzanti ad emissioni
zero, fissione nucleare di nuova generazione, cattura dell’anidride carbonica,
materie plastiche ad impatto zero, sono solo alcune delle tecnologie
perfezionabili nei prossimi anni e che, a parere di Gates, potranno contribuire
in modo concreto a modificare gli attuali parametri delle emissioni.
Il tutto, secondo Gates, non
potrà tuttavia essere realizzato senza la volontà politica di adottare
seriamente queste misure. Ma la volontà politica potrà maturare a sua volta
solo attraverso le pressioni della volontà popolare che, a sua volta, potrà
concretizzarsi solo quando nella gran parte della popolazione sarà maturata una
coscienza ed una maggiore sensibilità a queste tematiche. Da questo ultimo
punto nasce la grande determinazione dell’autore, attraverso le iniziative
della sua Fondazione Gates, condiretta da lui e sua moglie, per la divulgazione
scientifica ed il finanziamento a progetti di ricerca che favoriscano lo
sviluppo della produzione di energia a basso impatto.
Michele Salvadori