In realtà nel momento in cui mangiamo, beviamo, respiriamo, ci troviamo a scambiare in continuazione energia e materia con il nostro ambiente. Abbiamo costantemente bisogno di energia e continuamente produciamo scarti e rifiuti di varia natura.
Attingiamo continuamente risorse dalla natura ma non ci poniamo spesso una domanda fondamentale: siamo sicuri che l’utilizzo di questi prodotti non sia più rapido del tempo loro necessario per rigenerarsi? Siamo certi che il nostro scarico dei rifiuti non sia più veloce del tempo necessario a questi ultimi per essere riassorbiti?
Purtroppo oggi conosciamo fin troppo bene le risposte a queste domande; la società moderna si comporta come se la natura fosse una parte spendibile della nostra economia. Sovra sfruttamento dei suoli e produzione dei rifiuti non solo riducono la produttività futura del pianeta ma rischiano di condurre al collasso l’intero ecosistema.
E’ evidente a molti ormai la necessità d’intervenire e modificare gli attuali modelli di sviluppo ma per poter procedere in tal senso è innanzitutto indispensabile poter conoscere in dettaglio quali siano i flussi di materia ed energia che preleviamo dai sistemi naturali. Siamo lontani dalla sostenibilità, ma quanto lontani? Se non siamo in grado di misurare, non avremo la possibilità di agire.
Quanto, allora, esattamente consuma ognuno di noi?
E’ proprio per cercare di fornire una risposta a questa domanda che è nato il concetto di “Impronta Ecologica”. Chi volesse documentarsi in dettaglio sul tema non potrà prescindere da quello che ormai è divenuto un classico tra i testi che si occupano di sostenibilità: “L’Impronta Ecologica – Come ridurre l’impatto dell’uomo sulla Terra” ( Edizioni Ambiente, €. 20,00) di Mathis Wackernagel e William E. Rees. Questi due ecologi furono gli ideatori del concetto nel 1994 e pubblicarono una prima edizione di questo libro nel 1996 a cui negli anni ne sono seguite altre corredate dei progressivi aggiornamenti.
Che cos’è allora esattamente questa Impronta? Si tratta di uno strumento di calcolo che ci permette di stimare il consumo di risorse e la successiva richiesta di assimilazione dei rifiuti da parte di una determinata popolazione umana e di esprimere questa grandezza in termini di superficie ( misurata in ettari) di territorio produttivo equivalente.
Grazie all’Impronta Ecologica possiamo in sostanza stabilire quante risorse attingiamo dal pianeta e quale sia la capacità (la biocapacità, appunto) del pianeta di continuare a fornircele. E questo calcolo oggi lo possiamo fare a tutti i livelli: da quello che concerne il singolo individuo, sino al calcolo dell’Impronta di una città, di una nazione, di un continente.
Oggi questo metodo, che ha indubbiamente una sua forte valenza educativa e di sensibilizzazione alle tematiche della sostenibilità, sta ottenendo importanti conferme anche a livello scientifico e politico (dal 2000 l’Impronta Ecologica è parte integrante del rapporto biennale Living Planet Report del Programma Ambiente delle Nazioni Unite. La stessa Unione Europea ha aggiunto, da alcuni anni ormai, l’Impronta Ecologica ai 10 indicatori europei di sostenibilità locale).
Per offrire poi un’uniformità delle procedure di calcolo dell’Impronta ecologica a livello planetario è nato il Global Footprint Network (sito web http://www.footprintnetwork.org/ ) che coordina le attività delle ormai centinaia di ricercatori che si occupano di questo metodo in tutto il mondo e che convergono sull’importanza dell’impronta come metodo per accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica del nostro impatto sulla natura e della nostra dipendenza da essa.
Abbiamo detto che l’Impronta Ecologica misura il consumo delle risorse naturali da parte degli uomini, ovvero quanto territorio biologicamente produttivo e quanta superficie ricoperta d’acqua vengono utilizzati da un individuo, un paese, una regione per produrre le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti che genera. Essa viene poi paragonata alla capacità della natura di rinnovare queste risorse.
Ad esempio, l’Impronta di un Paese è l’area totale richiesta per:
- Produrre gli alimenti che consuma
- Assorbire i rifiuti dell’energia che consuma
- Fornire lo spazio per le infrastrutture
Più in dettaglio sono esattamente 6 le principali aree di consumo che vengono prese in esame per il calcolo dell’impronta ecologica: i terreni agricoli, i pascoli, la aree forestali, le aree di pesca, il Territorio edificato e il cosiddetto Terreno per l’Energia ( ovvero l’area produttiva necessaria per sequestrare la quantità di CO2 prodotta dall’uso dei combustibili fossili e sufficiente a evitare l’aumento della concentrazione atmosferica di questo gas).
Solitamente si procede a calcolare prima l'Impronta Ecologica misurandola in Ettari Globali pro capite ( ad esempio l'Italia ha un'Impronta Ecologica pari a 4,9 ettari pro capite), poi la si confronta con quella che è la biocapacità di quel territorio sempre calcolata in ettari pro capite ( in questo caso l'Italia si stima abbia una biocapacità pari ad 1 ettaro pro capite) ed infine se ne deduce il Deficit ecologico (caratteristica tipica dei Paesi industrializzati) o la Riserva ecologica ( ancora frequente, nel caso dei Paesi a basso reddito). L'Italia, stando ai dati del 2006, risulta avere un deficit, facilmente desumibile dai dati sopra indicati, ovvero pari a 3,9 ettari pro capite! Ovvero ogni suo abitante, con l'attuale stile di vita, consuma risorse quasi 4 volte superiori a quelle a lui spettabili!
Oggi per far fronte ai consumi di risorse ai ritmi attuali senza intaccare la sostenibilità della Terra ci occorrerebbe circa un altro mezzo pianeta e sempre stando ai ritmi di consumo attuali, e con il progressivo aumento della popolazione, attorno al 2040 i pianeti Terra a noi necessari diverranno addirittura 2!
Naturalmente, come illustra il grafico sopra è ancora possibile invertire questa tendenza, a patto d'impegnarci, tutti, a cambiare stile di vita adottando comportamenti più virtuosi e rispettosi.
Per calcolare la vostra Impronta Ecologica andate a questo indirizzo e cliccate due volte sull'immagine che vi apparirà, scegliendo l'area del pianeta nella quale risiedete:
http://www.footprintnetwork.org/it/index.php/GFN/page/calculators/
Pazientate un po’ perché il collegamento è lento …
In alternativa, e grazie ai nostri amici del WWF oggi è possibile effettuare il calcolo di quale sia la nostra Impronta di Carbonio che resta comunque la voce principale tra quelle prese in esame per calcolare l'Impronta Totale. Anche in questo caso il calcolo può essere facilmente compiuto da chiunque. Si tratta di un calcolo parziale ma comunque indicativo dei nostri stili di vita e consumi e utile a comprendere i nostri eventuali eccessi nei consumi.
Prima però di procedere a questo conteggio, alcune raccomandazioni. Dovete munirvi preventivamente di alcuni dati indispensabili:
- Le bollette di energia elettrica e gas combustibile dell’ultimo anno
- Quanti chilometri compi con la tua auto in un anno
- Quanti grammi di CO2 emette la tua macchina per chilometro percorso ( lo potrete rilevare o dal libretto di circolazione oppure collegandovi al sito della casa automobilistica della vostra auto).
Per calcolare l' Impronta del Carbonio cliccate su:http://www.improntawwf.it/main.php
Infine, per i giovani, ho trovato un sito americano semplicemente fantastico dove è possibile sempre effettuare il calcolo dell’impronta divertendosi immersi in un caleidoscopio di immagini e disegni colorati. Naturalmente il sito è tutto in inglese ma potrà rappresentare un’occasione in più per approfondire la conoscenza della lingua.
Per consultarlo cliccate su: http://kidsfootprint.org/
Buon divertimento e soprattutto buona riflessione …
Michele Salvadori
1 commento:
Buongiorno Michele,
Ti contatto tramite commento perché non ho trovato nessun altro modo per farlo.
Vorrei farti conoscere il servizio Paperblog, http://it.paperblog.com che ha la missione di individuare e valorizzare i migliori blog della rete. I tuoi articoli mi sembrano adatti a far parte di certe rubriche del nostro sito e mi piacerebbe che tu entrassi a far parte dei nostri autori.
Sperando di averti incuriosito, ti invito a contattarmi per ulteriori chiarimenti, domande o suggerimenti,
Silvia
Responsabile Comunicazione
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